Lontani eppure vicini, lo stretto di Bering separa lo stato americano dell'Alaska dalla Russia a meno di quattro chilometri. La sua connotazione geografica consente alle due superpotenze di poter organizzare un incontro riservato e altamente sicuro, lontano da occhi indiscreti e da proteste. Pur non essendoci rivendicazioni territoriali e ufficiali, in alcuni ambienti russi, l'Alaska è vista con una certa nostalgia o retorica nazionalista. Il territorio, era russo fino al 1867, quando fu venduto agli USA per 7,2milioni di dollari, circa due centesimi per acro, un prezzo ritenuto irrisorio all'epoca, in quello che i russi oggi considerano un errore strategico. La Russia era in difficoltà finanziaria soprattutto dopo la guerra di Crimea iniziata nel 1853. Mantenere e difendere l'Alaska costava troppo e rendeva troppo poco. Gli Stati Uniti la comprarono come investimento strategico e a lungo termine si rivelò poi estremamente vantaggioso perché successivamente si scoprì che la terra era ricca di risorse naturali. L'Alaska è poi un luogo sicuro per il leader russo. Nessun paese ostile da sorvolare, ma soprattutto Putin è ancora ricercato dalla Corte penale internazionale, accusato di crimini di guerra in relazione alla deportazione forzata di bambini dall'Ucraina nel marzo 2023, nonostante Mosca e Washington non riconoscano l'autorità di questa istituzione. L'atteso vertice Trump Putin si svolgerà nella Joint Base Elmendorf Richardson, la base militare di Anchorage, la più grande d'Alaska, cruciale sin dai tempi della guerra fredda. Ospita oltre 32mila persone circa il 10% della popolazione della principale città dello Stato artico. Qui sono a distanza 6mila militari, non è la prima volta che la base è teatro di incontri diplomatici di alto livello. Trump c'è già stato durante il suo primo mandato, come lui anche Biden nel 2023 e ancora prima l'ex presidente Obama nel 2015, quando era in viaggio ai confini col circolo polare artico. .























