Rimarrà al suo posto e non si dimetterà la presidente del Perù Dina Boluarte che così parla alla nazione. Dobbiamo essere fermi nel dire "no" alla violenza, ha aggiunto la leader condannando le proteste violente che da giorni scuotono il paese, e chiedendo le elezioni anticipate per riportare la pace, nonostante il Parlamento si sia pronunciato contro questa proposta. La dura repressione della polizia ha portato a scontri in diverse località del paese. Il bilancio si è aggravato con oltre 20 morti e numerosi feriti. Diverse decine di manifestanti sono finite agli arresti. Nemmeno il coprifuoco ha fermato la rivolta dei sostenitori del deposto presidente Pedro Castillo, arrestato il 7 dicembre scorso e incriminato per reati contro lo stato e l'ordine costituzionale. Il caos ha avuto ripercussioni anche sui turisti: centinaia sono tutt'ora bloccati nell'antica città di Machu Picchu. Il sindaco Darwin Baca ha affermato che ha chiesto al governo di intervenire con l'ausilio di elicotteri per evacuare i viaggiatori. Anche i treni sono sospesi fino a nuovo avviso e senza collegamenti aerei la situazione resta complicata. Fortunatamente la paura sembra passata per le quattro ragazze italiane arrivate a Cusco dove la situazione resta tesa ma lo scalo aereo è stato riaperto. Rientreranno in Italia nelle prossime ore.























