Un viaggio sognato a lungo, immaginato, programmato, che però per molti, in questi giorni, si sta trasformando in una brutta avventura. Machu Picchu, una delle sette meraviglie moderne del mondo, patrimonio dell'UNESCO. Lì, 779 turisti stranieri sono bloccati da martedì. Tra loro, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche italiane in Perù, anche alcune decine di italiani. Il servizio ferroviario che da Cuzco porta verso il sito, è stato sospeso per le violente proteste legate alla destituzione e arresto dell'ex presidente Pedro Castillo. Tra loro anche quattro ragazze bloccate a Checacupe. Lunedì notte erano in viaggio su un autobus diretto in Bolivia, quando il mezzo è stato fermato dai manifestanti. Grazie all'intervento dell'Ambasciata italiana, sono state trasferite in un ostello vicino al villaggio e ora attendono di rientrare in Italia. Intanto, è salito a nove il bilancio dei morti in seguito agli scontri tra manifestanti e polizia in corso in tutto il Paese, dove vige lo stato d'emergenza. Impossibile entrare o uscire in Perù, chiusi gli aeroporti. Un manifestante è morto mercoledì nella regione settentrionale di La Libertad, travolto da un camion che procedeva a forte velocità su un tratto di strada provinciale liberato da un blocco, realizzato da abitanti della zona. Mentre continua l'intensa attività politica e giudiziaria, con un plenum del Parlamento in cui si discute sull'anticipo delle elezioni generali, mentre un tribunale per le indagini preliminari, esaminerà una richiesta della Procura Generale di mantenere l'ex presidente Pedro Castillo in custodia cautelare per 18 mesi. La presidente Dina Boluarte, vice di Castillo fino al suo fallito tentativo di golpe, ha annunciato di voler anticipare nuovamente le elezioni a dicembre del prossimo anno.























