Non commenta la sentenza di condanna a 18 mesi di custodia cautelare per ribellione e cospirazione l'ex Presidente del Perù Pedro Castillo arrestato il 7 dicembre e che dovrà restare in carcere, spiega la Corte Suprema, mentre continuano le indagini. Per i Giudici sussiste il pericolo di fuga. Ha criticato però, prima della decisione della Corte, la visita dell'Ambasciatrice degli Stati Uniti nel Palazzo di Governo. Un incontro che, dice, non è stato gratis e neppure a favore del Paese. Intanto aumenta il numero delle vittime negli scontri tra polizia e manifestanti che chiedono le dimissioni della Presidente Dina Boluarte, subentrata a Castillo, e lo scioglimento del Parlamento. Un altro ragazzo ha perso la vita mentre soccorreva una delle persone ferite nel corso delle manifestazioni. È stato colpito da un proiettile vagante, riferisce la stampa locale. Tre giorni fa è stato dichiarato lo stato di emergenza per il Paese. Le proteste, però, non accennano a diminuire. Impossibile entrare o uscire dal Perù, chiusi aeroporti e stazioni ferroviarie. Per questo sono rimasti bloccati sul Machu Picchu oltre 700 turisti di diverse nazionalità, tra cui decine di italiani. A complicare ancora di più la situazione dei turisti e non solo è anche la chiusura provvisoria dell'aeroporto internazionale di Cuzco ordinata martedì dalle autorità a causa dei persistenti disordine nell'area dello scalo. Proteste e disordini che stanno portando il Paese nel caos mentre la politica discute sull'anticipo delle elezioni generali che potrebbero tenersi a dicembre del prossimo anno.























