In un Paese profondamente diviso sul tema della procreazione, con una dura battaglia a suon di sentenze di Tribunali, tra pro-life e chi si batte per la libertà di scelta, e numerose manifestazioni in tutta la Nazione, l'ultima in Florida pochi giorni fa, la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti fissa un punto a vantaggio di chi difende la possibilità di decidere se portare avanti una gravidanza o meno. La pillola abortiva Mifepristone resta accessibile alle donne americane. I massimi Magistrati statunitensi hanno accolto la richiesta dell'Amministrazione Biden regalandole un'importante vittoria, come ha sottolineato lo stesso Presidente americano che ha commentato: Continuerò a battermi contro gli attacchi alle donne guidate dalla politica. Impegnandosi poi a proseguire nel difendere l'indipendenza della Food and Drugs Administration. La decisione della Corte Suprema, che non è stata unanime, ha sorpreso diversi osservatori, considerato che i saggi sono a maggioranza conservatrice ma soprattutto perché, a giugno 2022, gli stessi avevano ribaltato la storica sentenza “Roe contro Wade” che dal 1973 sanciva il diritto Costituzionale all'aborto negli Stati Uniti. Proprio questa bocciatura aveva spostato la battaglia legale sui farmaci usati per le interruzioni di gravidanza in molti Stati guidati da Repubblicani. E così la decisione di un Giudice del Texas, poche settimane fa, di sospendere la diffusione del Mifepristone, sposando la causa dei medici pro-vita. L'Amministrazione Biden si era appellata e lo scontro è infine arrivato alla Corte Suprema la cui decisione, ora, consentirà ai pazienti di ottenere aborti con il farmaco negli Stati in cui era già disponibile.