Una raffica di proiettili sparati da un'arma leggera, probabilmente un kalashnikov, contro l'auto blindata su cui si trovava il Primo Ministro libico Abdel Hamid Dbeibah, rimasto fortunatamente illeso insieme con il suo autista. Un attentato in piena regola, organizzato per colpire un Premier sfiduciato nelle scorse settimane proprio nel giorno in cui la Camera dei Rappresentanti si è riunita per scegliere il suo successore ad interim. All'unanimità, con 147 voti su 147, è stato votato per alzata di mano, senza dunque scrutinio segreto, Fathi Bashagha l'ex Ministro dell'Interno del Governo di unità nazionale sostenuto dal Generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica. Una votazione che, al di là dei numeri, lascia aperto più di qualche interrogativo. Per due ragioni. La prima riguarda il secondo candidato alla carica di Primo Ministro, un ex funzionario del Ministero degli Interni, Khaled Al-Bibas. Poco prima dell'inizio della sessione in aula, il Presidente della Camera Saleh aveva annunciato la sua rinuncia. Una notizia poi smentita. Lui stesso ha negato di essersi ritirato, accusando i leader del Parlamento di aver mentito. La seconda ha a che fare con Dbeibeh, il Premier sfuggito all'attentato. Dopo la sfiducia della Camera, infatti, non sembra avere alcuna intenzione di lasciare il suo incarico. Il rischio è che tornino a confrontarsi di nuovo due Governi paralleli in questo Paese incapace di uscire dal caos politico in cui è precipitato dopo la caduta, 11 anni fa, del regime di Muammar Gheddafi.























