L'attualità non poteva non fare irruzione nell'annunciare i vincitori del premio giornalistico più prestigioso al mondo. Del resto, il Pulitzer dal 1917 viene proclamato nella Columbia University, oggi epicentro delle proteste pro-Palestina, trasformando così lo scenario in protagonista dell'attualità. E non a caso è proprio il conflitto israelo-palestinese a fare da padrone, lo staff del New York Times ha infatti vinto nella categoria delle news internazionali, per la copertura dell'attacco di Hamas del 7 ottobre. Soprattutto, rivelando la terribile falla di intelligence da parte israeliana che ha permesso ai commando di terroristi di imperversare per ore all'interno dello stato ebraico provocando la morte di 1.700 persone e il rapimento di altre 200. C'è spazio però anche per la controparte del conflitto con la ormai celeberrima "Pietà di Gaza", già vincitrice del World Press Photo, che si aggiudica anche il Pulitzer per la categoria Breaking News Photography. La donna che stringe il sudario con un piccolo corpo rappresenta anche il pesante dazio pagato dei civili palestinesi per l'offensiva israeliana. In questo caso, il riconoscimento è andato allo staff Reuters, uno dei pochi presenti nella Striscia. Non poteva mancare anche il Washington Post, che ha visto andare il riconoscimento al collaboratore Vladimir Kara Murza, in carcere del 2022. Esponente politico dell'opposizione a Putin, sconta una condanna per la sua contrarietà al conflitto in Ucraina. E sempre alla testata della capitale statunitense è andato il premio per la sua inchiesta sul commercio delle armi in America è sul fucile d'assalto R-15, protagonista assoluto di queste tragedie. C'è spazio anche per la Associated Press, il cui staff vince per la Feature Photography, con le immagini che documentano il dramma delle migrazioni. E ancora la Reuters, con l'inchiesta sulla Tesla. Insomma, a parte la narrativa, che ha visto l'affermazione della scrittrice messicana Cristina Rivera Garza per il libro "L'invincibile estate di Liliana", sono i big anglosassoni delle news a fare come sempre incetta di premi. Non si pensi però che si tratta di un monopolio immeritato, loro davvero sono i più bravi. E il Pulitzer non fa che ribadire una vecchia regola che vale anche per il nuovo mondo dell'informazione, il miglior modo per raccontare una notizia è esserne testimoni.























