Troverà un Medio Oriente cambiato Joe Biden, quando mercoledì inizierà la sua prima visita nella regione da quando è presidente degli Stati Uniti. L'ultima volta che ha viaggiato in quelle terre era il 2016, era il vice di Barack Obama e soltanto due Governi arabi: Egitto e Giordania riconoscevano Israele, primo Paese in cui si fermerà. Oggi Israele ha rapporti con Marocco Bahrein ed Emirati Arabi, sostenuti anche se non ufficialmente dal Regno Saudita. Per la prima volta rompendo antichi tabù, un Presidente americano volerà da Tel Aviv a Gedda, in Arabia Saudita. La seconda e controversa tappa del viaggio. Joe Biden ha scritto per difendere la sua scelta di visitare il Regno, un editoriale sul Washington Post, il quotidiano per il quale scriveva il giornalista Saudita critico della monarchia dei Saud: Jamal Khashoggi, barbaramente ucciso nel consolato di Riad a Istanbul. La stessa intelligence americana, indico il Principe ereditario de facto leader saudita: Mohammed Bin Salman, all'origine della sua morte. Era il 2018, due anni dopo in campagna elettorale, Biden definì l'Arabia Saudita "un paria" e da quando è al potere, la partnership si è indebolita. Fino a Marzo, quando la Russia ha invaso l'Ucraina. Biden torna in Medioriente in un momento in cui gli Stati Uniti non possono fare a meno di un partner energetico come la Monarchia dei Saud, tra i maggiori esportatori di greggio al mondo. Mentre i negoziati sostenuti dall'amministrazione americana con l'Iran, sul suo programma nucleare, sono in stallo e Riad resta centrale sia per il contenimento di Teheran sia per l'ottenimento di nuove aperture regionali nei confronti dell'alleato israeliano. Fonti citate dalla Reuters, parlano addirittura di una possibile ripresa della vendita di armi offensive americane all'Arabia Saudita, sospesa nel 2021 a causa della sanguinosa guerra in Yemen innescata da Riad, che secondo le Nazioni Unite ha causato oltre 370000 morti.























