Tensione, lacrime e rabbia al processo per la morte di Diego Armando Maradona. La folla davanti al tribunale di San Isidro a Buenos Aires è inferocita e chiede giustizia per la morte del suo idolo, avvenuta il 25 novembre del 2020. Il P M. in aula brandisce la foto sconvolgente del corpo irriconoscibile del campione, gonfio, provocando il pianto a dirotto delle figlie del Pibe de Oro, Dalma e Giannina. È stato un omicidio, guardate così è morto Maradona, ha affermato con enfasi il magistrato, continuando a esibire la foto del cadavere. Chiunque tra gli imputati vi venga a dire che non aveva compreso quello che stava succedendo a Diego sta chiaramente mentendo. Le sue condizioni erano evidenti. Sul banco degli imputati con l'accusa di omicidio semplice con dolo eventuale l'intero staff medico che aveva in cura la salute di Maradona. Otto tra medici e infermieri. Nella sua requisitoria shock, il P M. Patrizio Ferrari ha affermato che a conclusione di un anno di indagini è stata costruita un'imputazione solida e senza incongruenze basata su prove. Secondo il magistrato, gli imputati avrebbero causato la morte di Maradona nel corso del ricovero domiciliare durato dall'11 al 25 novembre, che viene definito la casa degli orrori. Il magistrato ha concluso affermando che la famiglia, il popolo argentino, meritano giustizia. Una scena drammatica andata in onda nella diretta streaming del processo trasmessa dalla Corte Suprema, che è diventata subito virale rimbalzando in tutto il mondo. Maradona è morto il 25 novembre 2020 all'età di 60 anni per una crisi cardiorespiratoria sopravvenuta nella residenza a Tigre, dove era convalescente dopo un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa. Tra gli imputati il medico curante neurochirurgo Leopoldo Luque, un medico clinico e la psichiatra. Tensione. Quando quest'ultima è stata bloccata dall'ex moglie di Maradona, Veronica Olleda, che indossava una maglietta con la scritta Giustizia per Diego e che, scoppiando in lacrime, l'ha riempita di improperi. .