Processo stupri in Francia, la vittima: "Mi sento umiliata"

Arriva al tribunale di Avignone accolta dagli applausi, Gisele Pelicot per 10 anni sedata e fatta stuprare dal marito torna a parlare in aula il giorno dopo le dichiarazioni del coniuge che ha ammesso le proprie colpe. Le sue parole sono di indignazione: "Non ho mai dato il mio consenso per essere sedata o violentata, mi sento umiliata da ciò che ho sentito dire", dichiara. Si riferisce alla difesa di alcuni tra i 50 uomini accusati che hanno ipotizzato che la donna fosse ubriaca o complice del marito. Madame Pelicot si descrive come una donna autonoma mai sottomessa al coniuge ma soltanto ai farmaci che questi le somministrava. Si riferisce poi agli altri accusati che definisce dei degenerati che non si sono mai posti domande su quello che stavano compiendo, ovvero degli stupri. Parlando della sua vita di coppia con Dominique Pelicot, delinea una relazione serena esplosa nel momento in cui nel novembre 2020 è venuta a sapere non soltanto delle violenze di cui era stata vittima a sua insaputa, ma del fatto che il marito fosse imputato in altri due casi estranei al processo in corso. Uno per tentativo di stupro e l'altro per omicidio, avvenuti entrambi nella periferia parigina negli anni 90. A quel punto in aula vengono mostrati foto e video delle violenze subite da Gisele Pelicot che chiede che per l'occasione venga fatto uscire il pubblico. Una piccola eccezione alla sua volontà di rendere questo processo il più mediatico possibile perché la sua battaglia diventi quella di tutta la società contro la violenza sulle donne e contro la sottomissione chimica di cui è stata vittima per 10 anni. Una scelta coraggiosa che l'ha già resa un'icona dei movimenti femministi francesi.