I trattori si allontanano da Parigi. Dopo due settimane di trattative il Primo Ministro Gabriel Attal ha accettato la quasi totalità delle richieste dei sindacati degli agricoltori francesi e così le migliaia di allevatori e coltivatori che si erano mobilitati possono tornare a casa. Soddisfatti ma vigili, ha detto il sindacato dei giovani agricoltori, per monitorare che le promesse fatte dal governo vengano rispettate. Le parole che più di tutte riassumono il contenuto dell'accordo sono sovranità alimentare. L'idea che i prodotti made in France abbiano la precedenza sulle importazioni sarà tutelata per legge. E in questa direzione vanno la gran parte delle misure annunciate dal governo. Controlli serrati sui prodotti di origine francese alla ricerca di frodi, stop all'import di prodotti extraeuropei trattati con pesticidi vietati nell'Unione, aiuti economici al settore del bio francese e agli allevatori, oltre che agli agricoltori nelle aree colpite da fenomeni metereologici estremi. Un pacchetto da 400 milioni di euro a cui aggiungere il parziale rimborso della tassa sul gasolio dei trattori per circa 200 milioni di euro. E non va dimenticato poi che Macron ha promesso di fare pressione a Bruxelles perché le regole sull'import alimentare dall'Ucraina e sullo scambio commerciale con l'America del Sud vengano riviste. Un piano di azione che va anche a discapito di alcuni impegni presi sul piano ambientale. Il piano Ecophyto per ridurre l'Impiego di pesticidi in Francia verrà sospeso, per esempio, mentre i vincoli che impongono agli agricoltori di mantenere alcuni terreni a riposo saranno ammorbiditi. La risposta degli agricoltori? Non si può fare una frittata senza rompere le uova.