Protesta velo, altra atleta iraniana sul podio senza velo

Sono più di 1000 gli iraniani incriminati per le proteste seguite alla morte di Masha Amini, la 22 enne deceduta dopo l'arresto operato dalla Polizia Morale di Teheran perché non indossava correttamente il velo. 1000 su oltre 14.000 imprigionati nel corso delle manifestazioni che han fatto oltre 250 morti. Tra gli arrestati in carcere, ormai da 50 giorni sono state incriminate anche Niloofar Hamedi e Elahe Mohammadi, le due giornaliste del quotidiano Riformista Sharq, prime a seguire la notizia della morte di Amini. Sono state formalmente accusate di collusione per crimini contro la sicurezza nazionale e propaganda contro il Sistema. Hamedi aveva pubblicato sul quotidiano Sharq le fotografie di Mahsa Amini, poco prima di morire mentre Mohammadi aveva scritto un articolo sul funerale della ragazza nel Kurdistan iraniano. Tra gli arrestati anche star dello Sport, che hanno deciso di sostenere la protesta del velo e denunciare il pugno di ferro dei Basisci, la milizia a difesa della Teocrazia, contro i cortei. Una folla accoglie la squadra iraniana di rientro dal torneo internazionale di beach soccer degli Emirati. I giocatori iraniani vincitori del torneo non hanno cantato l'inno nazionale, hanno mimato il taglio di capelli simbolo della protesta delle donne iraniane. Anche Niloufar Mardani, nazionale di pattinaggio di velocità femminile al rientro dalla medaglia vinta in Turchia, non indossava il velo e aveva una maglietta con su scritto "Iran". Ora si temono ritorsioni, il Ministro dello Sport ha già fatto sapere che deplora il gesto e l'abbigliamento inadeguato.