È un movimento che si sta allargando in vari Paesi europei, spesso animato da spinte e richieste molto diverse. Certamente però le proteste di cui sono protagonisti gli agricoltori in Francia e in Germania, in Polonia e Romania, in Italia e Austria, sono provocate molto dall'aumento dei prezzi di produzione come il carburante che mette in difficoltà tutto il settore. Le proteste sono arrivate anche qui a Bruxelles difronte al Parlamento europeo, alcuni agricoltori si sono riuniti, qui nella capitale dell'Europa unita, per chiedere nell'anno elettorale un cambio di rotta nelle politiche agricole dell'Unione. "Noi belgi, come i francesi, chiediamo all'Unione Europea di non ignorare i coltivatori come invece sta facendo", ci dice questo manifestante. "L'Europa ci impedisce di coltivare su tutta la terra che vogliamo, vuole la terra per controllare la gente." "Vogliamo che l'Europa ci ascolti, ascolti i nostri problemi quotidiani e adatti la sua politica alla nostra realtà", dice questa ragazza venuta dalla Francia. "Non riusciamo ad applicare tutte le nuove norme europee sull'ambiente che ci rendono la vita difficile." Oltre al cambio delle politiche verdi gli agricoltori chiedono di essere protetti dall'importazione di prodotti provenienti da altre zone del mondo che hanno prezzi più concorrenziali ma qualità più bassa. La protesta è appoggiata dai partiti più euroscettici, presenti difronte al Parlamento europeo diversi esponenti della destra francese. Il malcontento dei coltivatori e allevatori è comunque un tema utile nella campagna per le elezioni europee.