Gli agricoltori assediano Parigi, cercano di bloccare gli accessi alla città in una protesta che ha l'obiettivo di paralizzarla. Non sono bastate le misure urgenti annunciate dal Premier Attal per calmare il malcontento degli imprenditori agricoli. Il Governo di Parigi ha tolto l'aumento dell'imposta sui carburanti e ha promesso di perseguire chi fa concorrenza sleale. Ma gli agricoltori francesi, come i tedeschi, gli italiani, i polacchi, i belgi, chiedono, in un periodo di crisi economica e di prezzi alti, ulteriori aiuti, meno obblighi amministrativi e maggiore protezione contro l'invasione dei prodotti delle aziende agricole extraeuropee. La protesta degli agricoltori è tornata qui a Bruxelles, siamo al centro, a poche centinaia di metri dal Parlamento Europeo e dalle altre istituzioni europee. Sono diverse le domande che i manifestanti fanno all'Europa. Vorremmo più finanziamenti, ci dice questo manifestante, da una parte l'Europa ci chiede di produrre in maniera più sostenibile, dall'altra fa accordi di libero scambio, ad esempio con l'Australia, che ci danneggiano. I loro costi di produzione sono più bassi, i loro prezzi ci rovinano il mercato. Non possiamo andare davanti così. Se la protesta e i blocchi in queste ore paralizzano il Nord della Francia, nei prossimi giorni sarà Bruxelles l'epicentro delle manifestazioni. Gli agricoltori hanno promesso di farsi sentire giovedì primo febbraio quando a Bruxelles si riuniranno i Capi di Stato e di Governo dell'UE per il Consiglio Europeo. La città potrebbe diventare il centro della ribellione dei coltivatori diretti contro le politiche verdi dell'Unione Europea.