Le Università americane stanno smontando, letteralmente, la protesta. Con le buone o con le cattive. Se una manciata di atenei minori è andata incontro alle richieste degli studenti filopalestinesi impegnandosi a rivelare, ma non ancora interrompere, i propri legami economici con Israele, per sgomberare i campus occupati la maggior parte è finita col chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. In poche ore, all’alba di ieri, la polizia ha smantellato le tende davanti alla New York University e ad altre due scuole private. Negli accampamenti, gli agenti hanno rinvenuto volantini che inneggiavano alla morte di Israele e dell’America, ma in poche ore hanno impacchettato e buttato tutto, arrestando 56 manifestanti, che si sono aggiunti agli oltre 130 fermati poche ore prima in un altro campus fuori Manhattan. Nulla di violento come lo sgombero dell’altra notte a Los Angeles, che aveva fatto andare il presidente degli Stati Uniti a spiegare in televisione che il diritto di manifestazione era garantito, quello di creare caos no. Gli arresti in tutto il Paese hanno ormai superato le 2.300 unità, mentre si moltiplicano gli ultimatum dei rettori ai manifestanti che ancora resistono.























