La rabbia e la collera sono di nuovo scese in piazza in tutta la Francia. A Parigi scontri, roghi, cariche della polizia, petardi, alcuni feriti, decine di arresti. Il copione si ripete, mentre tra i manifestanti cresce la radicalizzazione e nessuno intende cedere. Ancora una grande mobilitazione, dunque, contro la riforma delle pensioni in Francia. 450mila a Parigi, dicono gli organizzatori, 93mila ribatte la polizia. Numeri inferiori rispetto alla manifestazione di giovedì scorso ma sempre numeri enormi. Numeri che, se preoccupano il Governo per il clima di forte tensione sociale, non bastano a fargli cambiare direzione. L'Eliseo rimanda al mittente l'appello insistente dei sindacati fin dalla mattina, è necessaria una mediazione per stemperare il clima. Ma non ci sarà nessuna pausa nella legge dice il Governo, il dialogo, di cui parla la Premier Borne, non riguarda i punti cruciali della riforma. Difficile fare previsioni, sicuramente chi protesta non intende mollare la presa e poi c'è qualcosa che va anche oltre le pensioni, la riforma delle pensioni. I manifestanti parlano di una rivolta anti Macron e soprattutto parlano di qualcosa legato alla democrazia, poiché un Governo ha fatto passare una legge senza il voto dell'assemblea Nazionale.