Al grido di quando è troppo, è troppo, gli agricoltori tedeschi hanno riempito nuovamente le strade di Berlino contro i tagli ai sussidi agricoli nella legge di bilancio 2024. 10mila persone, 5mila trattori e camion hanno invaso la porta di Brandeburgo al culmine di una settimana di sciopero e blocchi stradali che hanno paralizzato la Germania. Manifestazione infiltrata anche da esponenti del partito di estrema destra AFD, formazioni neonaziste che stanno cercando di mettere il cappello sulle proteste. Il ministro delle finanze liberaldemocratico Christian Lindner, ha sfidato la platea e coperto da fischi e contestazioni, ha ribadito che il governo non farà marcia indietro, seppur promettendo che l'esecutivo si adopererà per rendere il settore agricolo tedesco più competitivo. Promessa che sembra non bastare. Infatti, per sabato 20 gennaio diverse associazioni hanno indetto un nuovo raduno; un segno di apertura è arrivato da Cem Özdemir, ministro dell'Agricoltura, che ha proposto l'introduzione di una tassa su carne e latticini per modernizzare l'industria agricola. Idea già prevista nel 2020 dall'ultimo governo Merkel e che sembra trovare sostegno trasversale nella colazione, ma che si scontra con la resistenza di una popolazione già colpita dall' inflazione e dall'aumento dell'IVA nella gastronomia e sempre più distante dalle scelte del Governo. Il governo semaforo, infatti, stretto tra divisioni interne ed un un buco di 17 miliardi di euro nella legge di bilancio, naviga in acque agitate con i sondaggi che indicano i tre partiti alleati poco sopra il 30%. Una situazione delicata che mette in dubbio la stabilità dell'esecutivo e il suo rapporto con la popolazione.