La protesta continua. Gli studenti della Chinese University che hanno partecipato all'inaugurazione formale dell'anno accademico, quello ufficiale del 20 Agosto era stata cancellata, gridano “rivoluzione subito”. Vestiti di nero, mascherina, elmetto giallo da cantieri chiedono libertà e democrazia. Aderiscono così alle proteste del movimento pro-democrazia che dice: no all'estradizione di cittadini Congo verso la China, no alla persecuzione penale di attivisti, no a elezioni manipolate da Pechino e no alla marchiatura dei leader della protesta anche centinaia di studenti della scuola secondaria boicottano il primo giorno di scuola, dandosi appuntamento a Edinburgh Place. A Hong Kong da tre mesi ormai si protesta contro le leggi sulle estradizioni in Cina. Nonostante i divieti imposti i dimostranti continuano a scendere in strada, radunandosi in luoghi simbolo. Gli scontri di questo week-end appena terminato, il tredicesimo consecutivo di protesta del fronte pro-democrazia nell'ex colonia britannica, sono stati tra i più violenti, così come ha riferito anche il segretario alla sicurezza di Hong Kong. Sabato ci sono state cariche della polizia nella stazione in Edward dove gli agenti, allertati da presunti atti di vandalismo, hanno colpito passeggeri all'apparenza inermi, anche all'interno delle carrozze. Ieri il fronte dei manifestanti si è spostato all'aeroporto, già oggetto di scontri con la polizia nelle ultime due settimane. Una folla di ragazzi hanno costruito barricate di fronte alle entrate dei terminal Presidiati. Situazione incandescente, per fortuna senza ripercussioni sul traffico aereo. La tensione resta altissima. Si contano già decine e decine di arresti, altrettanti sono i feriti. Le persone fermate sono accusati di partecipazione a manifestazione non autorizzata e danneggiamenti.