Il cuore della storia batte a Teheran. Perché l'onda che ha contagiato il Paese, da Nord a Sud, dalle grandi città ai centri più periferici, non è la solita rivolta, ma un'atmosfera pre-rivoluzionaria. Un mese è passato dalla morte di Masha Amini, 22 anni, di origine curda, rea di non aver indossato correttamente l'hijab, il velo imposto della Repubblica Islamica, per questo arrestata il 13 settembre a Teheran dalla Polizia Morale, picchiata, tanto da finire in coma. Davanti a quell'ospedale, mentre Masha moriva, la folla si radunava e la rabbia esplodeva. Quel velo, da simbolo di un potere da contestare, è diventato, in pochi giorni, un pretesto. Il nemico non è l'Islam, ma le imposizioni e i precetti dello Stato etico iraniano, sempre più distante dal popolo, gestito da un Presidente ultraconservatore, Raisi, e da una Guida Suprema, Khamenei, che non ammette aperture. Agli slogan: donna, vita e libertà, seguono cori più duri: morte al dittatore. Fino a: lotteremo, moriremo ma ci riprenderemo il nostro Iran. Sono le donne a guidare la rivolta, a bruciare i veli. Loro i corpi esposti senza paura. La natura trasversale e la diffusione enorme della protesta, la rende inedita rispetto al passato. La repressione sempre più feroce, ha ucciso finora centinaia di persone, decine di minorenni. Non si contano più gli arresti, gli abusi. Centinaia i processi imminenti. La magistratura promette punizione durissima, compreso la morte, ma questo non fiacca la rivolta, anzi, contagiando dopo le piazze, le università e le scuole, anche le fabbriche e i negozi. Non c'è più nulla da perdere nell'Iran di oggi. Non si chiedono più riforme, ma la caduta stessa del regime, che insiste nel dire: i rivoltosi sono criminali al soldo degli USA e di Israele. Davanti alla condanna del mondo occidentale e alle tante iniziative di solidarietà, il Governo avverte: in caso di sanzioni, i rapporti con l'Europa sono a rischio. L'ultima aberrazione del regime: numerosi studenti arrestati, fa sapere la magistratura, saranno sottoposti a cure psicologiche per rimuovere i loro comportamenti antisociali. Una volta corretti saranno liberati.























