Mohammad Mahdi Karami aveva 22 anni, era un campione di karate, gli è stato negato un ultimo saluto alla sua famiglia. È stato impiccato insieme al giovane Seyyed Mohammad Hosseini, nelle prime ore di questa mattina. Lo ha reso noto l'autorità giudiziaria iraniana: colpevoli, è l'accusa del regime di aver ucciso un paramilitare, nel corso delle manifestazioni che dal 16 settembre, il giorno della morte di Mahsa Amini non si sono mai fermate nel Paese. Karami e Hosseini sono le ultime vittime di un regime che solo in questo modo spera di arginare le proteste, tra condanne durissime e l'assenza di qualsiasi tutela legale. Mio figlio non ha mai potuto contare sulla difesa di un vero avvocato, ha denunciato il padre di Karami. Il mancato rispetto dei diritti legali più elementari è stato sottolineato da diversi avvocati iraniani. Il legale di Hosseini ha invece parlato di una confessione estorta sotto tortura. Intanto, si complicano i rapporti anche all'estreno del paese da ultimo, con l'ambasciatore francese convocato, per quello che Teheran, considera un atto osceno. Le 35 vignette contro il regime iraniano in occasione dell'ottavo anniversario dell'attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Con il regime, insomma non si scherza.