Quando hanno riesumato il corpo del figlio hanno trovato segni scioccanti di tortura. Si tratta del primo caso del genere emesso in questi tre mesi di proteste e manifestazioni che stanno attraversando l'Iran dopo la morte di Max Amini, deceduta tre giorni dopo l'arresto dopo aver indossato in modo non appropriato il velo. Hamed Salahshoor, tassista di 23 anni, era stato arrestato il 26 novembre, hanno spiegato i suoi familiari alla BBC. Quattro giorni dopo, le forze di sicurezza hanno riferito al padre la sua morte è stato costretto, raccontano i suoi familiari, a firmare il documento dove veniva riportata la causa del decesso. Un infarto. Ma quando i suoi parenti hanno riesumato il corpo per poterlo seppellire nella loro città, hanno trovato segni evidenti di tortura. Quando è stato arrestato Salahshoor era diretto a Izeh con a bordo dei passeggeri ad un posto di blocco è stato preso in custodia e non è mai più tornato a casa. Aveva preso parte alle proteste, raccontano i cugini. Intanto il regime di Teheran non vuole ritardi nelle esecuzioni capitali. Le impiccagioni devono essere un deterrente, dice il capo della magistratura iraniana. Un monito che arriva una settimana dopo la seconda impiccagione, prima è stato giustiziato un 20enne, poi un 23enne e sono almeno 39 le persone che rischiano la vita nelle carceri iraniane, secondo Iran Human Rights. Resta in galera anche Taraneh Alidoosti, tra le più note attrici iraniane. Da due giorni artisti e cineasti si incontrano quotidianamente davanti alla prigione dove è detenuta, ha chiesto il suo rilascio anche il Festival cinematografico di Cannes. Le critiche dell'Occidente su quanto sta accadendo nel Paese, hanno creato una frattura con Teheran che lavora ad una legge per ridurre le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna e una revisione dei rapporti con Francia e Germania mentre Washington ha chiesto un cambio di atteggiamento.























