Esattamente un mese fa, il 25 maggio, in 8 minuti e 46 secondi è cambiato il mondo. Un mese fa, a Minneapolis, moriva George Floyd, soffocato da un agente di polizia. Da allora, prima gli Stati Uniti, poi il resto del mondo sono stati infiammati da un'onda di proteste che non si ferma, neanche in tempo di pandemia, e che è destinata a dominare, insieme al virus, la campagna elettorale americana. Entro il fine settimana, il Presidente Trump, accusato dall'Opposizione di essere sordo rispetto alle richieste di chi manifesta, presenterà un ordine esecutivo per punire in modo severo, anche con la prigione, chi prova a rimuovere o a vandalizzare le statue di personaggi controversi che per il movimento Black Lives Matter sono il simbolo di una suprematismo bianco che ha caratterizzato la storia del Paese e con cui l'America non ha mai veramente fatto i conti, ma l'ondata antirazzista non è l'unica cosa che preoccupa. Il Presidente, che nella sua corsa per la rielezione è ormai, secondo i sondaggi, costantemente dietro di più di 10 punti rispetto all'avversario Joe Biden. L'ombra principale, per la sua campagna, resta l'epidemia che non accenna ad arrestarsi negli Usa, dove in almeno 10 Stati i contagi sono in costante aumento e stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario, tanto che l'Unione Europea è pronta a prolungare, oltre al primo luglio, la chiusura delle frontiere per i cittadini americani. Guardando all'andamento di contagi, appaiono ancora più evidenti le crepe che ormai dividono l'America, confini non solo geografici, ma politici, con gli Stati repubblicani del sud che spingevano per le aperture e seguivano con molta leggerezza le indicazioni sulle mascherine e sul distanziamento sociale, che adesso si trovano a soffrire molto più degli Stati della costa est, che sono stati investiti prima dal virus, ma sono stati anche in grado di costruire una risposta efficace. Lo Stato di New York, il New Jersey e il Connecticut, hanno deciso di imporre una quarantena di 14 giorni obbligatoria per tutti quelli che arriveranno dagli Stati che in questo momento stanno vedendo invece una corsa dei contagi e la città di New York ha anche deciso di annullare la maratona, quest'anno, era il cinquantesimo anniversario, fino ad adesso non era mai stata cancellata, se non ai tempi dell'uragano Sandy, nel 2012, però contro il coronavirus neanche questa manifestazione storica è riuscita a resistere.