Dalla bolla di Orlando è arrivata la decisione: l’NBA riprende. Dopo il boicottaggio delle gare dei giorni precedenti, i giocatori hanno deciso di continuare a scendere sul parquet alla fine di una riunione collettiva. Dopo momenti di tensione e la possibilità di chiudere definitivamente la stagione, ora gli animi sono più distesi rispetto a quando i Milwaukee Bucks per primi decisero di non scendere in campo Per protestare contro l'ennesimo episodio di violenza da parte della Polizia nei confronti di un afroamericano. “L’NBA è diventata come un’organizzazione politica”, commenta Donald Trump, ma il segnale che volevano dare i giocatori è arrivato forte e chiaro. Infatti insieme a loro anche il basket femminile, il baseball e altri atleti hanno deciso di non scendere in campo a sostegno di quanto accaduto a Kenosha, in Wisconsin al 29enne Jacob Blake, colpito a bruciapelo alla schiena da 7 proiettili e che resterà paralizzato. Sull’accaduto il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’inchiesta, ma per il momento nessuno è ancora stato incriminato e in città si è sfociato nella guerriglia urbana in cui un 17enne dell'Illinois ha aperto il fuoco contro i manifestanti uccidendone due. Le proteste continuano e le strade ancora una volta si riempiono di persone pronte a chiedere giustizia sociale nel segno del Black Lives Matter.