Continueremo a lottare, non ci arrenderemo mai. Così ad Alghero in conferenza stampa, l’ex Presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha ribadito le sue ragioni per la difesa del diritto all'autodeterminazione. Dopo l'arresto di giovedì in aeroporto in esecuzione di un mandato europeo spiccato su richiesta della Spagna, per le accuse sulla tentata secessione in occasione dell’organizzazione del referendum dell’ottobre 2017, il leader indipendentista era tornato rapidamente in libertà per la non applicazione di misure cautelari su decisione della Corte di Appello di Sassari. Per lui un vero e proprio bagno di folla nella città sarda di antiche tradizioni catalane e che in questi giorni lo vede invitato speciale proprio al festival della cultura catalana. Puigdemont lunedì tornerà in Belgio, ma ha assicurato la sua presenza all’udienza del 4 ottobre a Sassari quando si discuterà della sua eventuale estradizione richiesta dal Paese iberico, perché, ha spiegato il suo avvocato ha piena fiducia nella giustizia italiana, ma allo stesso tempo chiederà a quella europea di proteggere i suoi diritti, che la Spagna a suo dire non rispetta. Intricata infatti la vicenda giuridica: a Puigdemont, europarlamentare dal 2019, è stata revocata lo scorso marzo l’immunità dall’aula di Strasburgo, nel confermare la revoca però, il 30 luglio il tribunale dell’Unione Europea aveva ritenuto non eseguibile il mandato di cattura firmato dalle autorità spagnole, di fatto sospendendolo. Ma per Madrid l'ex Presidente della Generalitat catalana è tutt’ora un latitante che deve essere processato per sedizione.