Putin in Vietnam, no a blocchi politico-militari in Indo-Pacifico

La Russia cerca amici, rapporti da consolidare nel Pacifico guardando agli Stati Uniti. La narrativa ricalca quella dell'incontro tra Putin e Kim Jong-Un. 24 ore prima, il presidente Tom Lam accoglie ad Hanoi il capo di stato russo con musica e parate militari se pure molto meno in grande. Il leader vietnamita ricorda il sostegno della federazione nella lotta per l'indipendenza, attribuisce grande importanza allo sviluppo di un patternariato strategico e considera la Russia una delle priorità in politica estera. Putin riferisce che Russia e Vietnam si oppongono alla creazione di blocchi militari chiusi nella regione asiatica del Pacifico e che, nell'incontro, è stato espresso interesse reciproco a costruire un'architettura di sicurezza adeguata. Militarmente più significativo l'incontro tra Putin e Kim tanto che Corea del Sud e Giappone hanno subito esternato preoccupazioni. L'intesa prevede la fornitura reciproca di armi in caso di aggressione contro uno dei paesi, l'impegno a non firmare accordi con Paesi terzi che possono minare la sovranità e la sicurezza di entrambi. Secondo fonti dell'Intelligence USA Putin sarebbe procurando a Kim sottomarini nucleari e tecnologia missilistica in cambio di armi per la guerra in Ucraina. La Corea del Sud annuncia che risponderà severamente a qualsiasi azione che minaccia la sicurezza interna sottolineando che il trattato viola le risoluzioni ONU. Punto su cui insiste anche il Giappone sia per eventuali impatti sull'ambiente che per l'aiuto fornito da Kim a Putin in Ucraina. Uniti contro le sanzioni delle Nazioni Unite; i due si scambiano doni e simbologia. Putin porta una limousine ancora oltre le regole, Kim cani pungsan secondo le leggende coreane tanto possenti da cacciare una tigre, così nobili da non attaccare mai il proprio padrone. La tensione cresce nel Pacifico con la Cina che condanna con fermezza gli Stati Uniti per la fornitura di mini missile e droni a Taiwan, esortando Washington a revocare la decisione. Pechino ribadisce la sua totale opposizione all'indipendenza di Taiwan.