L'ultima prova di forza della Russia è l'annuncio, arrivato da Mosca, del test di un nuovo missile balistico intercontinentale a lunga gittata Sarmat, in grado di colpire Europa e Stati Uniti. Chi prova a minacciarci avrà pane per i suoi denti, dice Vladimir Putin, che così dimostra di essere in grado di proteggere il proprio Paese contro quelle che chiama minacce attuali. Poi il leader del Cremlino anticipa che il primo giugno agirà presso l'Organizzazione per il Commercio Internazionale contro le sanzioni occidentali. Ancora una volta, Mosca cerca di mettere all'angolo i fragili tentativi di mediazione diplomatica. In questo senso vanno le dichiarazioni della portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, i negoziati non sono più credibili dice; l'Ucraina li ha usati come diversivi. Negli stessi minuti però, il Cremlino, annuncia di avere spedito, a Kiev, una bozza di un documento che include formulazioni chiare, nell'ambito del processo negoziale: Crimea alla Russia e indipendenza di Donetsk e Lugansk. Zelensky smentisce, dicendo Mosca non è pronta per un accordo di pace, e pace per lui significa fermare le armi. Ma Putin non ha alcuna intenzione di cedere un metro quadrato del terreno conquistato. Il 9 maggio si prepara ad una grande parata militare del Reggimento Immortale a Mariupol, per celebrare l'anniversario della Vittoria contro i nazisti della Seconda Guerra Mondiale.