L'Occidente ha superato tutte le linee rosse fornendo armi alla Ucraina. Putin ci va giù duro per il sostegno a Kiev, esposta a testate nucleari in Bielorussia. Se lo scontro sul campo di battaglia ucraino è in fase di stallo, l'offensiva mediatica russa si fa sentire. Prima l'annuncio di Putin, in accordo con il sempiterno presidente Lukashenko di voler dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia, un deposito operativo dal prossimo luglio corredato di un piano d'addestramento di militari bielorussi, dice Putin, come d'altronde hanno fatto gli Stati Uniti in Europa. La dotazione nucleare è abbinata al sistema missilistico Iskander in grado dalla Bielorussia di trasportare testate nucleari. Poi Putin rincara la dose e dopo aver ribadito che le sinergie con la Cina sono lecite e trasparenti, rilancia la tesi dell'assedio alla Russia. In un'intervista accusa l'Occidente di voler creare una super NATO e un asse fascista dall'Italia passando per la Germania e il Giappone, come negli anni 30. La Bielorussia è ostaggio nucleare di Mosca, dichiarano da Kiev mentre fonti del Pentagono ridimensionano l'allarme nucleare. Non ci sono indicazioni che la Russia stia preparando un attacco nucleare, dice un funzionario del Pentagono alla Reuters. La NATO invece definisce la retorica nucleare di Putin pericolosa e irresponsabile. Gli alleati della NATO, fanno sapere da Bruxelles, agiscono nel pieno rispetto dei loro impegni internazionali. La Russia ha costantemente infranto i suoi impegni sul controllo degli armamenti, sospendendo di recente la sua partecipazione al nuovo trattato Start.