Le voci dal Cremlino dicono tutte una cosa: il conflitto sarà ancora lungo e per la prima volta dall'inizio il 24 febbraio del 2022 Vladimir Putin incontrando il Governo fa un'ammissione importante. Parlando di una guerra ibrida scatenata contro la Russia dai Paesi ostili, che durerà per molto tempo il Portavoce del Cremlino Peskov ha chiesto fermezza, fiducia, concentrazione ed unità intorno al Presidente. Concetto ribadito dal Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, ricevendo a Mosca l'omologo iraniano, ha puntato il dito contro l'Occidente intero: "E' da lì, ha detto, che non si vuol fermare il conflitto in Ucraina". Quindi è arrivato l'avvertimento del Vice: Sergey Razov, il quale a nome di Mosca spera, si augura, che il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia faccia riflettere i Paesi NATO e valutare loro la gravità della situazione. Sul fronte opposto Volodymyr Zelensky ha invitato a Kiev il Presidente Cinese Xi Jinping, con il quale non ha contatti da oltre un anno ma da Pechino si fa sapere che per ora a riguardo, non ci sono informazioni da fornire. Intanto al 399° giorno di guerra le ostilità si intensificano intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove dopo un'ispezione il Direttore Generale della AIEA, Rafael Grossi sta lavorando a tutte le misure possibili per proteggere l'area da qualsiasi tipo di attacco. Questo mentre i mercenari del gruppo Wagner avrebbero ormai conquistato il 65% della città strategica di Bakhmut nella Regione Orientale Ucraina di Donetsk, incluso probabilmente il complesso industriale Azom.