21 salve di cannone, tappeto rosso, migliaia di cittadini lungo le strade. L'accoglienza che il regime nordcoreano ha riservato al leader cinese Xi Jinping, accolto stamane personalmente al nuovissimo aeroporto di Pyonyang da Kim Jong-un, è stato senza precedenti. Una visita storica, come sottolineano i media di entrambi i Paesi, volta a celebrare e rinnovare una altrettanto storica amicizia nata con il decisivo e sanguinoso contributo dei soldati dell'Armata Rossa cinese ai tempi della guerra di Corea negli anni Cinquanta, quando, a seguito del disperato appello di Kim Il-sung, l'allora leader nordcoreano, che, dopo aver inutilmente tentato di riunificare la penisola, stava subendo il contrattacco degli Stati Uniti e dei loro alleati, chiese l'aiuto di Pechino. L'aiuto arrivò e fu decisivo per quella che i media locali chiamano da sempre “la grande vittoria”, ma i cinesi lasciarono sul campo quasi metà dei loro volontari, circa 400 mila uomini, tra i quali uno dei figli di Mao. La visita di Xi Jinping, solo pochi giorni fa annunciata pubblicamente e che restituisce le ben quattro visite semiufficiali di Kim Jong-un in Cina, è la prima dal 2005 di un presidente cinese e avviene a pochi giorni dal vertice G20 di Osaka, in Giappone, dove incontrerà il Presidente Usa Donald Trump. Si parlerà ovviamente della questione dei dazi a Osaka, ma è verosimile che si affronti anche il tema della penisola coreana e delle relazioni tra Pyongyang e gli Stati Uniti, attualmente in stallo dopo il fallimento dell'ultimo vertice di Hanoi.