Qatargate, Eva Kaili resta in carcere

Dovrà restare ancora in carcere per almeno un mese, Eva Kaili, l'ex vicepresidente del Parlamento europeo detenuta dal 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate. Questa è la decisione della Procura federale belga, arrivata in serata, la Kaili potrà comunque fare appello entro 24 ore, comparire davanti alla Camera d'accusa presso la Corte d'Appello di Bruxelles, entro 15 giorni. Al momento però a nulla è valsa la linea degli avvocati che avevano parlato di una donna mai corrotta, innocente e semplicemente tradita dal compagno di cui si fidava, a nulla è servita la richiesta di sorveglianza tramite braccialetto elettronico. Tutto questo, nonostante la collaborazione alle indagini senza alcun pericolo di fuga, precisano gli stessi legali, dato che la Kaili ha una figlia di 2 anni, da cui desidera tornare al più presto. Insomma la difesa della donna, che in aula durante l'udienza per decidere sulla sua detenzione non aveva parlato, era stata molto chiara scaricando ogni responsabilità sul compagno Francesco Giorgi, agli arresti anche lui, e sull'ex eurodeputato Antonio Panzeri, uomo chiave nell'inchiesta. Intanto le indagini vanno avanti, la magistratura belga ha chiesto di congelare due conti correnti italiani intestati a Panzeri e alla figlia Silvia, mentre su un altro fronte l'autorità antiriciclaggio greca ha sequestrato un terreno di 7mila metri quadrati che la Kaili e Giorgi avevano acquistato sull'isola di Paros, il che potrebbe aprire la strada ad un processo penale in Grecia se venisse dimostrato che quei soldi erano legati ad una attività illegale, non solo, secondo alcune fonti investigative, nell'inchiesta principale potrebbe esserci anche un problema di competenza territoriale su cui è in atto un confronto tra diverse procure del nord Italia, insomma per gli investigatori siamo solo alla punta dell'iceberg.