Non si tratta solo di reputazione e di giudizi politici, i milioni di euro che Qatar e Marocco avrebbero messo a disposizione per corrompere i politici europei avevano come sempre capita alla base interessi commerciali, solo in secondo piano c'erano le critiche di Bruxelles sul rispetto dei diritti umani e di quelli dei lavoratori. Per quanto riguarda Doha, il suo obiettivo è l'eliminazione dei visti da e per il Qatar e l'apertura totale alla Qatar Airways degli scali europei. L'emirato del Golfo, insomma, punta ad avere accesso diretto ad un mercato turistico ed economico di 450 milioni di persone. Un interesse che ben spiega gli sforzi fatti per influenzare i voti e l'atteggiamento favorevole di parlamentari, lobby e funzionari europei. Il Marocco, invece, entrato nell'inchiesta Qatargate come altro grande Paese corruttore tramite i propri servizi segreti, aveva già ottime referenze e rapporti politici con le principali capitali europei ma ha due questioni a cuore. La prima riguarda il Sahara Occidentale, l'area del Sud-Ovest del Paese rivendicata dal popolo Sarawi e dal loro fronte di liberazione, che il Marocco vuole tenere sotto la propria sovranità. Se gli Stati Uniti nel 2020 hanno dato ragione alle rivendicazioni marocchine, l'Europa segue l'atteggiamento dell'ONU che ancora lo considera un territorio autonomo. Per questo il Marocco spinge affinché anche Bruxelles faccia come Washington e riconosca il suo governo sulla regione. In più i flussi migratori che dal Marocco premono sulle enclave spagnole di Ceuta e Melilla sono un continuo motivo di scontro con Madrid e Bruxelles. Un riconoscimento della totale sovranità marocchina sul suo territorio e il venir meno di altri motivi di tensione dovuti alla migrazione potrebbero garantire a Rabat ottimi accordi politici e commerciali con tutta l'UE.























