"Sono infuriata, sono adirata, sono dispiaciuta". Le parole della Presidente del Parlamento Europeo sono emblematiche dello stato d'animo che si respira a Strasburgo a seguito dell'inchiesta che ha portato in carcere la vicepresidente e altre quattro persone trovate con centinaia di migliaia di euro in contanti, probabilmente provenienti dal Qatar. Soldi usati per influenzare l'attività del Parlamento a favore dello stato del Golfo. "Intendiamo rivoltare ogni singola pietra di questo Parlamento e ho bisogno del vostro aiuto. E abbiamo bisogno di tutelare quanti fanno da informatori. Cercheremo di fare in modo che il nostro sistema sia solidissimo in questo senso". Al momento dieci assistenti parlamentari sono stati perquisiti e hanno il loro computer sotto sequestro. I membri del Parlamento collegati a queste persone si sono dimessi dai loro incarichi per non destare ulteriori sospetti sulla loro attività. Il clima che si respira al Parlamento Europeo qui a Strasburgo è sia di attesa che di tensione. La sensazione infatti con le indagini che proseguono è che possano esserci ulteriori persone coinvolte e nuove sorprese. A Bruxelles infatti continuano sequestri e perquisizioni, anche nelle ultime ore la polizia ne ha operati alcuni negli uffici della sede del Parlamento Europeo della capitale belga. Intanto mercoledì compariranno di fronte al giudice gli arrestati, cioè la vicepresidente del Parlamento Eva Kaili, suo padre e il suo compagno l'assistente Francesco Giorgi, l'ex deputato Panzeri, il capo della ONG No Peace Without Justice, Figa-Talamanca e il presidente dell'associazione sindacale internazionale Visentini. Intanto la procura di Bergamo ha dato parere affermativo alla richiesta di estradizione in Belgio della moglie e della figlia di Panzeri.























