"Spero sia presto scarcerata ma le udienze sono imprevedibili". Queste le parole dell'avvocato di Eva Kaili, l'ex vicepresidente del Parlamento Europeo, agli arresti nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate. Dimitrakopoulos entrando a Bruxelles nella sede della Procura Federale belga che deve decidere sulle misure cautelari della Kaili ha tenuto a precisare: "Non è mai stata corrotta". Poi l'avvocato, pressato dai giornalisti che affollano l'entrata, ha evitato altre domande dicendo: "Non posso dirvi di più". Dimitrakopoulos ha avuto ieri un lungo colloquio in carcere con la sua assistita detenuta nel carcere di Haren fuori Bruxelles e alla fine aveva descritto così la condizione della Kaili: "Si sente tradita dal suo partner, si fidava di lui. Lui l'ha tradita". La linea difensiva tracciata è sia smontare il sospetto dal pericolo di fuga sia la possibilità di inquinare le prove. Nei giorni scorsi erano trapelate alcune indiscrezioni riportate dal quotidiano Le Soir secondo cui la Kaili davanti ai magistrati avrebbe ammesso di aver incaricato il padre di nascondere le mazzette di denaro e di essere a conoscenza delle attività del compagno, Francesco Giorgi, agli arresti anche lui con l'ex eurodeputato Antonio Panzeri. Indiscrezioni che il suo avvocato aveva smentito categoricamente: "La signora Kaili non ha mai ammesso tutto questo, lei è venuta a conoscenza di questo denaro all'ultimo minuto e ha chiesto che tornasse immediatamente al suo proprietario, il signor Panzeri". Il denaro in questione: sono quei €750.000 sequestrati nella casa di Kaili e Giorgi. Intanto la Magistratura belga ha chiesto di congelare i due conti correnti italiani intestati ad Antonio Panzeri e alla figlia Silvia, nell'ambito dell'inchiesta che si sta allargando a macchia d'olio. Secondo fonti investigative su questi accertamenti ci sarebbe un problema di competenza territoriale su cui è nato un confronto tra diverse Procure del Nord Italia. I due conti rientrano tra i 7 acquisiti nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza su mandato della Procura di Milano.