L'immagine che oggi portiamo nel cuore è quella della mano del Papa che tocca la bara di Benedetto XVI. È un'immagine storica che rimane impressa nella memoria perché, al di là delle speculazioni, l'amore non si perde, come ha detto Francesco durante l'Omelia. L'ultimo saluto, in piazza San Pietro, del Papa regnante al Papa emerito, prima della tumulazione nelle grotte vaticane, porta e riceve la consapevolezza del distacco terreno, certamente, ma punta lo sguardo al cielo. La certezza della vita che continua oltre la morte. Consapevolezza riflessa anche nel grido "Santo subito" che si è levato dalla folla al termine dei funerali che si sono svolti in un'atmosfera sobria, di raccoglimento, come desiderato da Benedetto XVI. Teologo, uomo mite e gentile innamorato dell'uomo, è stato detto in questi giorni, ma pastore, testimone del Vangelo fino alla fine. Completamente donato a Gesù Cristo nel costruire e sostenere la sua Chiesa.