Il no ha prevalso. La maggioranza degli elettori svizzeri che si è recato alle urne ha votato contro il referendum chiesto dal partito conservatore di destra, Unione Democratica di Centro, per la sospensione degli accordi che garantiscono la libera circolazione con l'Unione Europea. Gli elettori erano stati chiamati a rispondere sì o no al quesito se ai cittadini dell'Unione Europea dovesse essere consentito di lavorare e vivere in Svizzera oppure no. Un voto che ovviamente avrebbe potuto alterare drasticamente il rapporto della nazione con i suoi vicini, con ripercussioni possibili sui trattati stipulati tra Ginevra e Bruxelles. "Gli immigrati cambiano la nostra cultura", era lo slogan pubblicato online dal Partito Popolare Svizzero per la campagna referendaria in nome della libertà di fissare un limite al numero di lavoratori stranieri, l'Unione Democratica di Centro, il partito di destra che ha la maggioranza in Parlamento, era anche disposta a uscire dall'area Schengen e perdere i relativi vantaggi economici. Una campagna in nome di una Brexit elvetica sulla scia della Brexit inglese. Il progetto promosso da partiti della destra nazionalista, in particolare dal Partito Popolare Svizzero chiedeva di introdurre una modifica alla Costituzione. Contrari gli altri partiti, il governo di Berna e della Confindustria locale, hanno invitato i cittadini a votare contro, temendo pesanti conseguenze sull'economia.