Bertrand parla ormai da candidato Presidente, si rivolge a tutti i francesi, cui il prossimo anno chiederà il voto per sedersi all'Eliseo. Macron e Le Pen si leccano le ferite di un'elezione locale che li ha visti entrambi sconfitti. Chi ha perso è la voglia di partecipare, dicono, con due terzi dei francesi che hanno disertato le urne. Noi allora andiamo a Calais, dove la favorita estrema Destra di Le Pen, ha perso e la Destra istituzionale di Bertrand ha vinto. La città è semivuota, in un'estate che sembra autunno, la crisi economica, il senso di abbandono dei suoi cittadini, il problema dei migranti, pesano sulla sponda più a nord di Francia. I camion che si imbarcano sulle navi dirette oltremanica, qui al porto di Calais rappresentano uno dei motori economici di questo nord della Francia, per il resto invece è un po' preoccupato per il suo futuro. Dall'altra parte della Manica c'è il Regno Unito, che ormai è uscito dall'Europa, cosa che qui ha preoccupato non poco. Sì, perchè il mare è il confine tra l'Europa Unita e la Gran Bretagna che ne è uscita, ma è ancora lì. Incontriamo gente indifferente, chiediamo a Valerie cosa pensa di Le Pen. Ride e rifiuta di rispondere. Gisele ci dice che quasi non sa di che cosa stiamo parlando. E Arnaud: voto, elezioni, lasciamo stare, ci dice, non abbiamo tempo. Juliette è fiera del suo Bertrand. Perchè è convinta, cambierà la Francia. Mentre Nadine ci confessa che l'estremismo senza concretezza del Fronte Nazionale, l'ha convinta a non votare più. La politica e i suoi commenti, qui sembrano più lontani che altrove. Alexa ci dice che finché la pandemia non passa, bisogna solo pensare all'irresponsabilità della gente, che non si vaccina e che non usa mascherine. Il cuore di Calais, continua a battere a Destra, ma il bisogno di tornare a lavorare, a crescere e a produrre, sembra spingere anche qui, i francesi verso un nuovo eroe politico, meno estremo, ma più vicino, alla loro idea di uomo comune.