Vorrei trasmettervi la mia tristezza per dover rinunciare al miglior lavoro del mondo. Westminster ha deciso. Quando il gregge, si muovono tutti, ed in politica, signori e signore nessuno è indispensabile. Il gregge ha deciso, o detto meglio, molto meglio, il Parlamento britannico, uno dei più antichi al mondo, ha deciso. E davanti al volere dei comuni, anche il Primo Ministro Boris Johnson ha dovuto chinare la testa e accettare che è tempo di andare. Troppo grave la situazione, oltraggiosa l'idea di trascinare la Regina Elisabetta II, che di primi ministri ne ha visti finora passare 14 da quando è Capo di Stato, in una crisi istituzionale senza precedenti. Johnson avrebbe accarezzato l'idea di elezioni anticipate, l'anziana sovrana gli avrebbe fatto capire, durante un colloquio privato, di non gradire affatto questa ipotesi. Dimissioni dunque, a conclusione di due anni e mezzo alla guida del paese vissuti pericolosamente tra alti e clamorosi bassi, zigzagando tra uno scandalo e l'altro, mentendo e poi scusandosi, fino a quando la misura, con l'ultimo scandalo a sfondo sessuale, seguito da rituale menzogna e pubbliche scuse, è risultata colma anche per i membri del suo stesso gabinetto. Le dimissioni del cancelliere dello scacchiere, Rishi Sunak, e del Ministro della Salute, Sajid Javid, hanno rotto l'argine. Le lettere di dimissioni sono poi diventate un fiume in piena fino ad arrivare a interessare un componente dell'esecutivo su tre. La paralisi per un paese già in notevole difficoltà su più fronti. Johnson ricorda i successi raggiunti: la Brexit e la campagna di vaccinazione, la leadership britannica nel sostegno all'Ucraina, lascia il più bel lavoro al mondo ma mai velocemente abbastanza. In un tweet, ricorda che resterà servire fino a quando non sarà individuato il suo successore. Un messaggio che non sembra rassicurare nessuno, specie all'interno del suo stesso partito. Solitamente la gara per individuare il nuovo primo ministro richiede diverse settimane, ma se c'è un elemento che in questo momento sembra trovare tutti d'accordo è che questa volta bisogna fare in fretta davvero molto in fretta.























