Ikram è di Ceuta, la incontriamo davanti al centro allestito vicino alla frontiera dove sono stati sistemati i minori non accompagnati. È qui per cercare il figlio quattordicenne della sua amica marocchina, che nell'enclave spagnola non può entrare. Non è la sola. Le scuole dall'altra parte della frontiera sono vuote, ci racconta, sono scappati in massa, soprattutto i più piccoli. Oltre 1.500 i minori non accompagnati, entrati a Ceuta, ad inizio settimana quando circa 8.000 persone sono arrivate sul territorio spagnolo dal Marocco. Una ritorsione per aver accolto e curato a Madrid il leader del Fronte Polisario Brahim Ghali, dice la Spagna, il partenariato UE-Marocco è da preservare, ribadisce l'Unione Europea. Intanto vanno avanti i rimpatri: sono circa 6 mila le persone rimandate indietro, altre sono state sistemate in diversi centri, tanti dormono per strada. A presidiare la frontiera c'è l'esercito e la Guardia Civil. Antonio Navarro, legionario, in acqua, si è lanciato senza il minimo dubbio. Due Due le vittime ripescate dal mare. A soccorrere e portare aiuti anche i volontari della Croce Rossa.