Riprende la vita di tutti i giorni, la normalità, in Israele dopo l'attacco iraniano senza precedenti di sabato notte. Riaprono l'aeroporto e le scuole, si riempiono le terrazze degli iconici caffè di Tel Aviv, dove gli avventori raccontano la necessità di riprendere la routine. L'apparente normalità ritrovata, convive con lo stato di allerta massimo, quello che i vertici dell'esercito israeliano ammettono essere ancora in corso, in un Paese che da mesi, in seguito al brutale attacco di Hamas del 7 ottobre, la presa di centinaia di ostaggi israeliani, la conseguente sanguinosa guerra nella Striscia di Gaza è profondamente spaccato, attraversato da proteste di piazza contro il Governo fratturato a livello di esecutivo fin negli organi decisionali più alti. Nel gabinetto di guerra ristretto che continua a riunirsi e a valutare l'allerta, il Premier Benjamin Netanyahu siede assieme all'ex Ministro della Difesa e suo maggior rivale politico, Benny Gantz, che chiede a gran voce un ritorno al voto. Come Provano le strade e le spiagge di Tel Aviv, ma anche i vicoli di Gerusalemme, il ritorno alla normalità dopo una lunga guerra a Gaza e l'inedita aggressione iraniana è quanto popolazione spera.