1302 giorni o se preferite tre anni e mezzo circa. Tanto dura in media un processo civile in Italia, prima di passare in giudicato, dopo il terzo grado di giudizio. Inutile dirlo, siamo all'ultimo posto in Europa per velocità della Giustizia Civile. Il punto sul funzionamento di sistemi giudiziari in Europa, è stato fatto oggi, dal Commissario Europeo alla Giustizia Reynders, che ha dedicato diversi passaggi alla situazione delle attività della Magistratura nel nostro Paese. Significativo anche il fatto, che il secondo stato più lento, Malta, ci segua, con un processo, che in media dura quasi due anni di meno. I tempi italiani, insomma, non sono neanche paragonabili a quelli degli altri membri dell'Unione Europea e il nostro Paese è al primo posto, insieme all'Ungheria, anche per i processi civili, attualmente pendenti. E nonostante questi numeri, le cose negli ultimi anni sono andati anche migliorando, prima la giustizia italiana era ancora più lenta. Il processo di digitalizzazione, ha però aiutato ad accelerare le pratiche, specialmente in Appello e in Cassazione. Tra i motivi del cattivo funzionamento del nostro processo, Reynders ha individuato il basso numero di giudici: siamo tra i paesi con meno magistrati in Europa ed è necessario anche una riforma dell'Organo di Governo della Magistratura Italiana, il CSM. Per far questo, ha detto il Commissario, bisogna seguire gli standard europei, assicurando ad esempio che sia composto da una maggioranza di giudici eletti dei loro colleghi. Noi monitoreremo l'evoluzione sull'impegno italiano di ridurre, nei prossimi cinque anni, i tempi del 40% dei processi civili e del 25% dei processi penali, ha detto Reynders e ha aggiunto, questo avrà un effetto positivo anche sull'economia e sulla capacità di attrarre gli investimenti esteri.