Davanti alle rinnovate accuse di razzismo, Buckingham Palace decide di restare in silenzio. Un po' perché a volte il silenzio è la migliore risposta, ma soprattutto perché per i cosiddetti Working Royals, gli appartenenti alla famiglia reale con ruoli pubblici ufficiali, vale ancora il detto, caro a Elisabetta II: never complain, never explain, mai lamentarsi, mai spiegare. E così, ci ha pensato un parlamentare reagire pubblicamente alle prime tre puntate del documentario Harry & Meghan. Secondo il Daily Telegraph, infatti, il conservatore Bob Seely sarebbe intenzionato a proporre un emendamento a una legge vecchia di un secolo, che permetterebbe al consiglio privato, organo di consiglieri del sovrano, di privare il duca e la duchessa di Sussex dei titoli rimasti, rendendoli così il signore e la signora Windsor. Se ad Harry Windsor non piace la monarchia, che non ne faccia parte, ma non usi i suoi titoli per distruggere l'istituzione, ha commentato, aggiungendo, dovrebbe rinunciarci volontariamente ma se non lo fa, dovrebbe intervenire il Parlamento, perché i reali fanno parte della Costituzione Britannica e quindi, questo è un affare politico. Il precedente storico risale al 1917, quando passò il Titles Deprivation Act, per privare i reali tedeschi di titoli britannici durante la Prima Guerra Mondiale. Nel documentario, tra le altre cose, oltre alle accuse di razzismo alla famiglia reale, si definisce il Commonwealth Impero 2.0, cosa questa, che non è piaciuta a diversi stati membri, compreso il Gabon, che è entrato a far parte di questa organizzazione fra pari, quest'anno, senza che il Paese condivida un passato coloniale col Regno Unito.























