"La situazione sta cambiato molto rapidamente, nei primi due giorni dopo l'annuncio della mobilitazione l'organizzazione con la quale io sto collaborando, che io sto cercando di aiutare da qui, il suo obiettivo principale era spingere la gente a partire il prima possibile. Adesso la situazione è cambiata appunto, i voli non ci sono, sono strapieni. Il confine via terra con la Finlandia ci sono attese di 10 ore e più, al confine georgiano stessa cosa, e pare che i georgiani lo vogliono chiudere perché non ce la fanno più fisicamente ad accogliere tutti questi russi che scappano. Quindi adesso i miei colleghi attivisti stanno dicendo alle persone che si rivolgono a loro per ottenere assistenza, stanno dicendo il contrario. Non più scappate dalla Russia, ma rimanete in Russia perché adesso scappare è impossibile, cercate di nascondervi dentro la Russia, dalla chiamata alle armi". "La situazione è particolarmente grave in alcune regioni dove è in corso una mobilitazione particolarmente massiccia, soprattutto le regioni in cui abitano le minoranze etniche che vengono coscritte in grandi numeri, sono regioni molto povere, molto depresse quelle zone possiamo parlare di una sorta di pulizia etnica perché i rastrellamenti di militari per trovare reclute colpiscono soprattutto le minoranze etniche e questo aumenta molto la tensione che c'è in queste zone. Diciamo che possiamo parlare di una tensione tutta nuova, di una nuova fase che possiamo quasi chiamare una guerra civile. Perché lo scontro tra la popolazione e le autorità sta raggiungendo una qualità totalmente diversa". "Noi adesso come attivisti chiediamo di non cercare di superare il confine russo, e che esiste il rischio che comincino ad arrestare la gente proprio mentre sta cercando di superare i confini".