Appello rigettato, Brittney Griner dovrà scontare 9 anni in una colonia penale russa. Il futuro della star del basket femminile americano è dunque appeso ai negoziati segreti tra Washington e Mosca. La cestista arrestata a febbraio all'Aeroporto Sheremetyevo perché in possesso di meno di un grammo di liquido di cannabis, quello che si usa per le sigarette elettroniche che però è vietato in Russia, è l'ostaggio più pregiato nelle mani del Cremlino nell'estenuante confronto con la Casa Bianca dall'inizio della guerra in Ucraina. Gli americani che ritengono la condanna farsesca e sproporzionata propongono uno scambio di prigionieri ma il coltello dalla parte del manico lo hanno i russi. Washington e Mosca però si parlano ed è già qualcosa e da parte russa fanno sapere di accogliere positivamente la proposta di una mediazione di Papa Francesco, avanzata direttamente al Vaticano dal presidente francese Macron. Nei giorni scorsi ci sono stati frequenti contatti diretti tra i vertici militari russi e americani, oggetto l'accusa all'Ucraina di stare preparando una bomba sporca da far esplodere per trascinare la Nato nel conflitto. Mosca ne avrebbe portato le prove al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ma nessuno ci crede. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno rigettato al mittente la disinformazione russa e l'Unione Europea ha ribadito al governo di Kiev tutto l'aiuto necessario, fin quando sarà necessario. La presidente Von der Leyen si è impegnata a garantire un miliardo di euro e mezzo al mese, in attesa di poter finalmente parlare della ricostruzione del paese bombardato da Putin.























