Colonne sonore incorniciano due realtà, due opposti, due grandi nemici. La Russia nel 79esimo anniversario della Vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. L'Europa che celebra la sua giornata. Messaggi di pace e slogan di guerra, per l'Ucraina, grande variabile di un precario equilibrio. Tra missili e minigonne le parole di Vladimir Putin: Per la giornata dell'Europa la Presidente del Parlamento UE torna a Kiev, "nella terra dei coraggiosi", dice. Un viaggio dal grande valore simbolico, rafforzato dalle sirene che echeggiano durante la conferenza stampa con il Presidente Zelensky: Tra accuse di nazismo reciproche, nella Piazza Rossa sfilano oltre 9.000 soldati, 1.000 sarebbero sopravvissuti al conflitto. I principali obiettivi economici e sociali saranno raggiunti solo se l'operazione militare speciale avrà successo, predica Putin. Insieme per proteggersi, è lo slogan della Metsola, per un'Europa pacifica e unita. Zelensky sottolinea che 79 anni dopo la sconfitta del nazismo, l'Europa è diventata ancora una volta un campo di battaglia, in cui si decide il destino dell'Ucraina e di molte altre nazioni. In Lituania è volata Ursula von der Leyen, manifestando supporto ad un Paese minacciato. Sfrecciano gli gli aerei a Mosca, Putin annuncia un cambio di strategia sul campo, con l'utilizzo di nuove armi al passo con i tempi. Zelensky rilancia, promette che non appena arriveranno le nuove forniture dagli USA, a Est il nemico sarà respinto. Intanto dall'Ucraina arrivano le solite immagini tragiche, fotogrammi di disperata fragilità, mentre Putin si lancia nella più accesa propaganda.























