Un paio di occhiali e una lente oscurata, per nascondere la ferita all’occhio destro procuratagli dall’uomo che lo ha aggredito l’estate scorsa. È il volto nuovo di Salman Rushdie. La foto in bianco e nero, la prima da allora, la pubblica il settimanale americano New Yorker per accompagnare l’intervista allo scrittore e saggista indiano naturalizzato britannico in occasione dell’uscita, anche in Italia, del suo ultimo romanzo: 'La città della Vittoria', una storia d’amore fra guerra e miti ambientata nell’India di 7 secoli fa. L’autore, oggi 75enne, diventato famoso per i versi satanici -qui lo vediamo in immagini di qualche anno fa- nell’intervista racconta d’aver difficoltà a scrivere dopo l’attentato. “Produco un misto di vuoto e spazzatura, che butto il giorno dopo”, ammette facendo riferimento a qualcosa di simile a un disturbo da stress post-traumatico. “Non ne sono ancora uscito”, conclude. Stava partecipando a una conferenza nello Stato di New York, il 12 di agosto, quando un ragazzo di 24 anni, poi incriminato per tentato omicidio, gli si è avventato contro sul palco impugnando un coltello. Portato d’urgenza in ospedale, Rushdie ha perso, oltre che la vista dall’occhio destro, anche l’uso di una mano. “Sono stato fortunato”, dice tuttavia nell’intervista. “Considerando quello che è successo, non sto così male”. Poi però aggiunge che gli è difficile sia digitare al computer sia scrivere a mano. Rushdie non andrà in giro a presentare il nuovo romanzo, fa sapere il suo agente. "Anni fa alle persone non piacevo perché dovevo morire”, conclude lo scrittore. “Ora che sono quasi morto, tutti mi amano".