Salman Rushdie, parla dal carcere il suo assalitore

"Ha attaccato l'Islam, non è una brava persona". Con queste parole rompe il silenzio l'aggressore di Salman Rushdie in un'intervista rilasciata al New York Post dal carcere. Poi aggiunge: "Non mi piace quest'uomo, ha attaccato le credenze degli islamici, il loro sistema di valori". Tanto è bastato dunque per Hadi Matar, il 24enne del New Jersey, originario del Libano, per sentirsi legittimato ad accoltellare, venerdì scorso durante una conferenza nello Stato di New York, lo scrittore inviso al regime iraniano per il suo libro 'I Versi Satanici'. Matar, che si è dichiarato non colpevole delle accuse di tentato omicidio e aggressione nei confronti di Rushdie, ha poi negato di essere stato in contatto con i pasdaran iraniani ma ha ammesso di essersi “ispirato” per l'attacco guardando dei video dello scrittore su Youtube. “Non mi piacciono le persone false come lui”, ha aggiunto, spiegando di aver visto molte delle sue conferenze ma di aver letto solo “un paio di pagine” della sua opera più celebre, bandita in Iran dall’88 perché considerata blasfema, che gli è costata la fatwa dell'Ayatollah Khomeini, e che negli ultimi giorni ha scalato la classifica dei libri più venduti negli Stati Uniti. Lo scrittore intanto è ancora ricoverato in ospedale dal giorno dell’attentato ma dopo aver lottato per la vita sembra stare meglio: è stato staccato dal respiratore e ha iniziato a parlare con gli investigatori, anche se probabilmente perderà un occhio. Lo fa sapere il suo agente letterario, che spiega anche che Rushdie ha riportato danni ai nervi di un braccio e al fegato. “Quando ho sentito che è sopravvissuto sono rimasto sorpreso”, continua il suo assalitore che, secondo il Procuratore, avrebbe agito in modo premeditato e mirato. Tantissimi gli auguri di pronta guarigione pervenuti dai leader occidentali: Boris Johnson, Emmanuel Macron, Justin Trudeau, Olaf Scholz, e naturalmente anche Joe Biden che dello scrittore ha elogiato soprattutto il suo rifiuto di essere intimidito e messo a tacere. Messaggi di tutt’altra natura sono invece arrivati dai quotidiani conservatori dell'Iran, tra chi gli augura la morte e chi si “limita” a celebrare l’attentato.