Dopo 20 giorni di custodia cautelare in carcere, l'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, è tornato nella sua villa di Montmorency e resterà sottoposto a libertà vigilata. La Corte d'Appello di Parigi ha accolto la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali, stabilendo che non vi è alcun rischio di occultamento di prove, pressioni o collusione. La libertà vigilata impone il divieto di lasciare la Francia e di contattare funzionari del Ministero della Giustizia, incluso il Ministro Gérard Darmanin. Il processo d'appello che potrebbe rivedere la condanna è previsto per marzo 2025. Sarkozy era entrato nel carcere parigino della Santè il 21/10, dopo la condanna a cinque anni di reclusione, di cui uno da scontare effettivamente in prigione per associazione a delinquere in relazione al finanziamento illecito della sua campagna presidenziale del 2007, con fondi provenienti dal regime libico di Muhammad Gheddafi. Un caso tra i più controversi della storia politica francese. L'ex presidente ha trascorso la detenzione in una cella di nove metri quadrati riservata ai detenuti ad alto profilo, con diritto a un'ora di passeggiata solitaria al giorno, portando con sé pochi libri, tra cui il conte di Montecristo e la vita di Gesù. Collegato in aula da remoto, ha ribadito la propria innocenza. Non ho mai avuto la folle intenzione di chiedere soldi a Gheddafi e non confesserò mai qualcosa che non ho fatto. Non avrei mai immaginato di arrivare a settant'anni e di andare in prigione. È un calvario imposto, è dura, molto dura, lascia il segno. All'udienza erano presenti anche i figli e la moglie, Carla Bruni. .























