Si alzano i toni tra Unione Europea e Ungheria, un suo Stato membro. Oggetto del contendere ancora la legge ungherese per la difesa dell'infanzia che vieta, a chi ha a che fare con un minore di 18 anni, di parlare, spiegare o anche mostrare video e film sulla diversità sessuale e il mondo LGBT. La Presidente della Commissione Europea rivolgendosi ai parlamentari UE è durissima: "Praticamente l'omosessualità, la transessualità viene posta allo stesso livello della pornografia. Questa legge è vergognosa". D'accordo con lei il Presidente del Consiglio Europeo Michel e quello del Parlamento Sassoli. La Commissione annuncia una procedura di infrazione che, dopo un lungo e complesso processo, potrebbe portare ad una multa. Sarebbe un risultato significativo, ma inferiore ai toni della polemica che sono molto alti. Si parla di non approvare il Recovery Plan ungherese se non cambia la legge, ma per ora è solo un'ipotesi e per qualsiasi altra sanzione a Budapest, come ad esempio privarla di alcuni diritti di voto in sede Ue, c'è bisogno dell'unanimità di tutti gli altri membri e il Premier ungherese Orban può contare sulla solidarietà degli alleati polacchi. Da Budapest il Governo ha risposto accusando l'Europa di imperialismo ideologico e il suo Parlamento di aver dato uno spettacolo da circo ed ha ammonito Bruxelles a non ficcare il naso nel modo in cui gli ungheresi vogliono educare i propri figli. L'impressione è che i Paesi membri dell'Europa stiano alzando sempre di più il livello dello scontro su diritti umani e valori comuni. Chi non si allinea è sempre meno tollerato da un'Europa che cerca, anche così, di trovare compattezza e unità politiche.