"Qui inizia la fase 2: dopo la tregua e con la pace davanti ai vostri occhi". Neppure il tempo di arrivare a Sharm el-Sheikh e Donald Trump sembra richiamare subito tutti ad un altro sforzo per correre veloci. Al fianco di Al-Sisi rimarca che senza i Paesi arabi, in testa Qatar, Egitto e Turchia, tutto questo non sarebbe stato possibile, ed è con loro che gli europei dovranno ora fare quadrato nel board della pace, come lo ha ribattezzato, ma anche negli impegni: risorse e uomini che non potranno restare promesse. Macron reclama un rapido aumento degli aiuti umanitari. Merz chiede che ora Trump usi la sua influenza per risolvere anche il conflitto in Ucraina. Guardando a Gaza, ora il punto non è solo dare forma al piano, ma evitare battute d'arresto o che Hamas possa perdere anche solo in parte il controllo delle sue fazioni, laddove si parla di disarmo e uscita di scena. Per questo Al-Sisi spinge sul bisogno di arrivare quanto prima ad una cornice politica che possa portare davvero alla nascita di uno Stato di Palestina. Anche l'Italia è pronta a riconoscerlo "non appena ci saranno le condizioni", assicura la premier, ora però bisogna evitare passi falsi. "Il rischio più grande che si corre è che non si sia pragmatici. Su queste cose bisogna essere pragmatici, bisogna evitare tutto quello che può scaldare gli animi e tutto quello che può rappresentare un alibi. Bisogna essere molto lucidi adesso, molto lucidi". Trump ringrazia uno per uno gli alleati di Sharm e non risparmia i complimenti a Meloni. "Ecco l'Italia, una forte leader. Sta facendo un ottimo lavoro". Ad un certo punto viene data per certa la presenza di Netanyahu. Arriva anche Abu Mazen. Poco dopo il passo indietro, ufficialmente per le festività in corso, ma in realtà a mettersi di traverso sarebbe stato Erdogan. Non ha fatto atterrare il suo aereo fino a quando il premier israeliano non era tra i partecipanti. Troppo presto per sedersi con lui, come se anni di guerra fossero archiviati. È il segnale di quanto questo accordo non sia stato solo difficile da raggiungere, ma anche da condurre in porto. Per Trump è fatta, ora manca tutto il resto. .























