Shock in Utah, la polizia spara ad un tredicenne autistico

Un teenager di 13 anni, autistico, affetto da sindrome di Asperger, in preda ad una crisi. Una mamma che non sa cosa fare e che chiede aiuto alla polizia. Agenti che aprono il fuoco su quel ragazzo e lo feriscono gravemente alla spalla, alle caviglie, all'intestino e alla vescica. Ci sono fatti di cronaca che più di altri si fatica a raccontare e il caso di Linden Cameron è certamente uno di questi. La vicenda, avvenuta nello Utah lo scorso venerdì, è stata resa nota ieri ed è solo l'ultima di una lunghissima lista di vicende con al centro servitori dello Stato che lo Stato lo umiliano e che si macchiano del disonore del sopruso e della violenza senza controllo e fine a se stessa. Nel racconto ai media locali della madre di Linden, la donna, appena rientrata a casa dalla prima giornata di lavoro dopo più di un anno di disoccupazione, trova il figlio in preda ad una crisi di ansia da separazione. Non era armato, stava cercando di attirare l'attenzione, gli agenti avrebbero dovuto usare il minimo della forza - racconta - ma gli agenti, invece, ordinano a Linden di sdraiarsi a terra, lui non lo fa e loro aprono il fuoco. Nella versione della polizia di Salt Lake City la chiamata al 911 era per un problema che riguardava un ragazzo armato, la sua fuga e il suo ferimento proprio a causa di essa. Eppure secondo i media locali nessuna arma è stata trovata sul luogo dell'accaduto. Linden si trova ora ricoverato e versa in gravi condizioni, come Jacob Blake. Secondo un recente studio, la polizia americana ha commesso, tra il 2017 e il 2018, 2.311 omicidi, con un tasso di omicidi di afroamericani di ben 3 volte superiore a quello dei bianchi. Delle vittime, di colore, neri e latinos, quasi il 40% è stato ucciso mentre erano disarmate e tra i bianchi solo il 14%. Ma la cosa più sconcertante è che la grande maggioranza dei casi non si traduce in indagini, sospensioni o condanne. Di fatto il sistema di protegge.